Che il nuovo anno abbia inizio!

il nuovo anno è appena cominciato e già abbiamo 2023 cose da dirti!

LIBRERIA LIBRA

PROGETTO

La sottrazione di volumi, il gioco tra pieni e vuoti e il contrasto fra i materiali conferiscono dinamicità alla struttura che risulta leggera e mutevole.

Le massicce mensole in legno di rovere volteggiano sostenute dalle esili linee di ferro verticali. La libreria pare sospesa in una dimensione di equilibrio mentre gli oggetti si arrampicano colorati sui rami di ferro, rompendone la staticità.

L’arredo dalle linee e geometrie essenziali entra nell’ambiente in modo silenzioso, diventandone il protagonista assoluto. Il design minimale permette di valorizzare, incorniciando, gli oggetti che supporta.

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A b b i a m o   d i s e g n a t o

RENDER

Un’anonima sala d’attesa si trasforma in un ambiente dove funzione e significato trovano un punto di incontro.

Due zone distinte le cui funzioni sono rese chiare dalla disposizione di tavoli e sedie che individuano la sala d’attesa e la zona d’incontro per accogliere il pubblico.

Grazie alla panca che funge da separè, le aree garantiscono privacy senza isolare i due ambienti.

La scelta di realizzare questi arredi con i pannelli in plastica riciclata @plastiz_ dichiara al pubblico l’impegno per la sostenibilità ambientale di chi li ospita.

RENDER

Il design per componenti considera il prodotto come un insieme di elementi separati che, dialogando tra loro, danno origine alla forma finale del manufatto. I singoli elementi possono così essere separati, riparati e riciclati senza sostituire l’intero arredo.

Per questo tavolo i materiali in gioco sono due: ferro e legno, mentre molteplici sono le forme e soluzioni per top, profili e gambe. Delle infinite combinazioni sono state selezionate alcune soluzioni presentate alla cliente.

Izmade con un esercizio di composizione e ricomposizione, anche in questo progetto, ha perseguito con metodo il proprio obiettivo volto a favorire la sostenibilità ambientale.

L’editoriale di Gennaio

Dalla notte dei tempi tuttə erano in grado di costruirsi manufatti, poi alcune persone si sono specializzate nella direzione della manovalanza.

Dal medioevo le persone esperte si sono affermate come artistə o “architettə” che hanno collaborato con le maestranze. Successivamente, con le grandi produzioni industriali, da una parte è comparso il binomio lavoratorə intellettuale vs operaiə, dall’altra l’artigianato per le produzioni su misura. A questa lista di “produttori”, a scala industriale, si sono aggiunte le macchine a controllo numerico e la prototipazione rapida, mentre sul lato umano si sono aggiunte le figure di designermakers e artisti funzionali.

Nel futuro? Già lo abbiamo visto, sarà una realtà dominata da due lettere: AI. Quale futuro aspetta chi come noi architettə/designer si occupa di interior e arredo? Probabilmente funzionerà così: chiunque avrà uno scanner sul telefono, con questo rileverà gli spazi, l’AI formulerà proposte, quella scelta sarà trasformata in disegno tecnico e trasmesso ad un centro di lavoro, il quale preparerà e spedirà i pezzi pronti per essere montati da clienti o da montatorə.

In contrasto a tale scenario Izmade cosa farà? Punteremo a ideare e fornire servizi sempre più unicispecializzati e umani fino a quando un Terminator ci ucciderà.